Benvenuto nel mio blog: Filosofia e Poesia per la Vita

Questo blog nasce da una passione per la filosofia e la poesia coltivate ormai da lungo tempo e come tali intimamente legate all'esistenza, al mio modo di vedere il mondo.
Alla filosofia devo la capacità di indagare ciò che mi circonda in un viaggio che permette un divenire che non cristallizza il pensiero; al contrario la vera ricchezza di un percorso non è la meta ma il processo stesso alla conoscenza e alla condivisione di ciò che via via si apprende.
Alla poesia credo che tutti siamo debitori della bellezza e della musicalità con cui riveste la vita; grazie ad essa si comprende il potere evocativo della parola, la sintesi emotiva e razionale che possono essere racchiusi in pochi versi.
Invito chiunque voglia condividere questi interessi a colloquiare sui temi da me o da altri esposti perchè ognuno esprima il proprio pensiero nel rispetto di quello altrui, tenendo fede, cioè, alla finalità del dialogo filosofico.

mercoledì 25 novembre 2009

Musica e filosofia:un insolito sodalizio?

Il connubio tra filosofia e musica non è pio così insolito, e per spiegarlo sintetizzo le parole del prof. Elio Matassi durante un'intervista.
In un celebre luogo del Fedone platone, durante un sogno sogno, Socrate dice a se stesso d’impegnarsi nel fare musica e nel comporre; la risposta che, a sua volta, Socrate dà a se stesso, sempre nell’ambito dello stesso sogno, è del tenore seguente: nella vita Socrate ha sempre perseguito la filosofia ed in tale perseguimento ha di fatto coltivato la musica stessa, perché che cos’è, al limite, la filosofia, se non una forma, la forma più elevata di musica? In ogni caso Platone evidenzia una subordinazione della musica alla filosofia.
Un’interpretazione “moderna” di tale rapporto di subordinazione è stata data da Schopenhauer: come musica, la filosofia rivela la propria essenza, è linguaggio che “dice” il mondo com’era prima della creazione, un tema che governa la filosofia di Schopenhauer e che rappresenta una costante di tutta la filosofia antica. Successive prospettive, insieme, producono una radicale conversione. Il suono non è più una cifra meramente speculare di un presunto universo cosmologico pienamente armonizzato, non è più un semplice messaggio astrale, ma diventa “materia umana per eccellenza”. La superiorità estetica del suono viene chiaramente fondata sull’effetto che esercita sulla nostra ricettività sentimentale: il suono non può non comprometterci sentimentalmente, compromissione che riesce anche, attraverso l’ascolto, a metterci in discussioLa figura centrale che esalta tale passaggio è quella del compositore definito non casualmente da Adorno stesso “dialettico”. Il compositore, infatti, proprio in sede compositiva riesce a risolvere la vexata quaestio del rapporto tra soggetto e oggetto, tra i quali esiste una interazione storicamente data e autenticamente cogente. Il compositore dialettico indica dunque concretamente la direzione della nuova sequenza: dalla musica alla filosofia. Non solo la musica non soggiace più al primato della filosofia, ma addirittura indica alla filosofia una via d’uscita da polarità che teoreticamente non erano mai riuscite a sciogliersi in maniera definitiva.
La musica, al limite, non può considerarsi neppure un oggetto del pensiero, ma è la stessa filosofia a porsi, a declinarsi come musica, la particolare “musica della filosofia”; come mousikos, infatti, il filosofo è colui che intreccia le relazioni, che sta tutto nella koinonìa delle forme. Una prospettiva configurabile come quel particolare non-luogo che è il punto di conversione tra le figure e lo sfondo, fra l’essere e il non-essere.

sabato 21 novembre 2009

L'appello a Berlusconi dello scrittore Saviano per fermare la legge sui processi brevi

Le parole di Saviano sono chiare e dirette al premier: "Il rischio è che in Italia possa distruggersi il diritto diventanto uno strumento solo per i potenti, a partire da lei". Clicca sul link, ascolta il discorso di Saviano e firma l'appello per fermare una legge sul processo breve che è l'ennesima scappatoia del nostro Presidente del Consiglio per sottrarsi alle sue responsabilità come qualsiasi cittadino italiano.
http://http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/firma-lappello-di-saviano/

giovedì 19 novembre 2009

L'inno di Neruda: l'amore nello spirito e nel corpo

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
.
T'amo senza sapere come, né quando né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perchè non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
(Pablo Neruda, Poesie d'amore)


Battiato oltre la denuncia

Lo spettacolo a cui ci sottopongono gli uomini che ci governano è sotto gli occhi di tutti, la denuncia di Battiato è semplicemente accompagnata
dalle note stupende di un'orchestra. Quello che pochi considerano è l'altra parte del testo che fa riferimento alla "verticalità" della persona umana. In sostanza la denuncia è solo un primo passo per riflettere sulla ristretta dimensione "orizzontale" che definisce l'uomo di oggi.
Quando parliamo di dimensione orizzontale è ovvio che non ci riferiamo alle posizioni assunte da Berlusconi con le sue giovani donzelle (oggi in politica), ma sto parlando della riduzione dell'essere umano a pura materialità, quale soggetto teso unicamente al soddisfacimento delle proprie pulsioni, volto all'accaparramento economico come base necessaria per l'espansione del proprio potere.
Allo stesso tempo la dimensione "verticale " non ha nulla a che vedere con la negazione della parte sensibile e pulsionale dell'individuo; al contrario è una rivalutazione di queste alla luce di una spiritualità che sa orientarla verso fini che arricchiscono e permettono alla persona umana di divenire ciò che essa veramente è .
Il vero problema è quanta fatica costi costruire se stessi attraverso la spiritualità e quanto sia difficile oggi essere una voce fuori dal coro.

INNERES AUGE

Origine video

http://www.youtube.com/watch?v=lqbRLiRATKE

martedì 17 novembre 2009

domenica 15 novembre 2009

LA STORIA DELLA FILOSOFIA SECONDO LA NARRAZIONE

Quanto può risultare noiosa la filosofia ai nostri studenti? Siamo abituati a guardare al pensiero filosofico come una carrellata di pensatori che si succedono a volte troppo meccanicamente secondo una linea temporale unidirezionale, senza alcuno sforzo da parte di tanti insegnanti di fare collegamenti, creare nuclei tematici che avvicinino i grandi temi alle esigenze e alle inquietudini dell'esistenza.
Presento ai lettori del mio blog un punto di vista interessante ed innovativo portato avanti ormai da tempo dal prof. Curi dell'Università di Padova, il quale sostiene la necessità di ricostruire la storia della filosofia non più solo attraverso il logos ma alla luce del mythos inteso come narrazione e non come racconto leggendario. Nella contemporaneità, in quanto narrazione, il mythos trova nel cinema la forma più compiuta di racconto come luogo di riflessione filosofica. Nel considerare la narrazione non più una produzione esterna al pensiero filosofico si è indotti inevitabilmente a considerare che la ricostruzione della storia della filosofia secondo il mythos non è certamente un criterio subalterno a quello che si basa sul logos; in qCorsivouesto senso è impensabile secondo Curi estromettere dalla filosofia antica il Prometeo incatenato, o l'Antigone, l'Edipo re o il Trattato di Ippocrate relegandole nella categoria di "teatro"secondo una classificazione di biblioteconomia. Allo stesso modo come è possibile rendere esaustivo il discorso sulla filosofia italiana dell'800 senza parlare di Leopardi ostinandoci a ritenerlo solamente un poeta? E ancora perchè eliminare dalla storia della filosofia del XX sec. Kafka, Proust o T. Mann? La riabilitazione del mythos viene ricondotta anche alla Poetica di Aristotele conferendo a questo criterio la funzione di ribaltare il modo di costruire il pensiero filosofico che dunque non ricocnosce più solo al logos la capacità d'indagare sulla verità , ma finisce con il riconsegnare la filosofia ai suoi legittimi proprietari.
Avete mai provato a fare filosofia usando i film mediante una didattica strutturata e non lasciando passare il messaggio ai ragazzi che siano due ore di svago? Lavorare su un film mette alla prova la capacità critica dei ragazzi, permette loro di fare inferenze con i temi trattati dal filosofo, mette in campo la creatività dell'insegnante e degli alunni nel trovare spunti per rendere attuale temi filosofici che altrimenti resterebbero pure astrazioni. Il programma non è un ostacolo poichè, per leggere un film secondo una visione filosofica particolare, si presuppone che il pensiero del filosofo sia stato appreso, è semplicemente una modalità di apprendimento più stabilizzata perchè entra in un campo che è desueto per la filosofia ma che è più vicino ai ragazzi. In altre parole permette ad un insegnante di valutare le competenze dei propri alunni e cioè la capacità di trasformare i concetti filosofici in punti vista specifici per indagare aspetti della realtà, anche quelli più quotidiani.

RICOSTRUIAMO IN MODO NUOVO LA STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO

Prof. Curi e un nuovo modo per fare storia della filosofia

http://www.youtube.com/watch?v=2v23CQi79lo

domenica 8 novembre 2009

ELENA VELENOSA BELLEZZA

Cos'è la bellezza? Siamo in grado di definire in che termini un uomo o una donna possano essere considerati belli?
Oggi i canoni della beltà sono proposti dai media che, con potere oserei dire sovrano, impongono una bellezza quale sinonimo di corpo costruito a tavolino ed adeguatamente esibito, tanto da aver generato da un lato una nidiata di ragazzine che sembrano tutte sorelle gemelle, dall'altro una schiera di "lolita" cinquantenni dai visi tirati e lo stesso sguardo da miciona felice.
In altri termini, si teorizza che la bellezza passi unicamente attraverso il corpo!
Eppure affacciandosi al mondo antico stupisce un'idea di bellezza lontana dal potere demiurgico del bisturi pronto a misurare, tagliare, aggiungere e levigare, secondo una geometria del corpo finalizzata a cancellare le tracce di un passato che rende ciò che un individuo nella sua unicità è.
Elena di Troia, incarnazione per eccellenza della bellezza dall'antichità sino ad oggi , ha come demiurgo delle sue fattezze unicamente il poeta. Ne è l'esempio Omero che, nel richiamare l'avvenenza di Elena, le conferisce un fascino poetico e demoniaco allo tempo stesso; la sua bellezza attraversa e in qualche modo supera il corpo come pura esteriorità.
Il suo fascino non si riduce ad alcuna descrizione fisica, nessun verso riduce la mitica figura a particolari riguardanti unicamente il suo aspetto esteriore; eppure quei versi evocano ugualmente il potere ferino lasciando che l'immaginazione di ognuno ne disegni le movenze, ne rintracci i pericolosi effetti nella funzione pervertitrice del logos maschile.

sabato 7 novembre 2009

Elena e il suo "pharmakon"

Cosa si conosce della bellezza di Elena di Troia? Divenuta l'emblema dello scandalo nel mondo antico, Elena è la figura mitica che attraversa il tempo e giunge a noi piena di contraddizioni.
Il suo atteggiamento ambiguo tessuto con maestria nei 200 versi su 1600 dedicatele da Omero nell'Iliade hanno prodotto una risonanza tale che influenzerà tutti coloro che in seguito ne tracciarono l'indefinita quanto magica figura della donna più bella. Le sue grazie le permettono di tessere una rete ad arte che rende prigionieri gli uomini senza che ciò minacci la sua reputazione; ponendola agli antipodi di un'altra famosa tessitrice che, al contrario, usava la sua tela per allontanare gli uomini nell'attesa che il marito tornasse da una guerra decennale. Elena è temibile non solo per la sua bellezza d'origine divina quanto per l'uso che ne fa, per un verso la trasforma in uno strumento farmattico, pharmakon o "medicamento", finalizzato ad intorpidire il logos , ad apportare l'oblio per lenire il dolore o ad affabulare con intento ludico e dilettevole; dall'altro pharmakon può essere tradotto in "veleno", e come tale la bellezza rende Elena subdola, pronta a macchinare inganni senza curarsi dei giuramenti, divenendo così più perfida di Circe. La moglie fedifraga di Menelao è più temibile delle stesse Sirene perchè dissolve i legami familiari, tessendo sotterfugi che invischiano vinti e vincitori, trionfando su entrambi poichè come sostenie Isocrate la sua origine divina da sola basta a sollevarla da ogni accusa ponendola così al di sopra del bene e del male.
Rimando chiunque voglia approfondire questo tema mitologico a un testo bellissimo di Maria Tasinato dall'omonimo titolo di questi post su Elena.





mercoledì 4 novembre 2009

http://vivere@confilosofia.it

Per chiunque creda che confrontarsi sia una possibilità di
promuovere una forma di dialogo nuova vi ho segnalato una serie
d'incontri organizzati dalla "Associazione vivere con Filosofia" e curati da Rosanna Buquicchio con alcuni importanti esperti del panorama filosofico culturale e filosofico.